Ho vissuto per qualche tempo in uno studio in affitto in un quartiere di Milano. Come all’inizio di ogni mese, dovevo aspettare la visita della padrona di casa per pagarle l’affitto. Quel pomeriggio ero un po’ in ritardo, le birre con i ragazzi erano nel frattempo diventate due, poi tre e arrivai a casa un po’ affumicato, ma di buon umore e con la voglia di guardare dei filmati ard gratis con cazzo figa. Apro la porta dello studio e, sorpresa, vedo dei sandali da donna nel corridoio. Era arrivata più presto. Dannazione, ero un po’ emozionato al pensiero che c’era una donna nella stanza che mi aspettava. Così entro, deciso, e vedo la signora Paola, una donna di 45 anni, alta, molto ben imparentata, dalla quale mi ero sentito attratto fin dal primo giorno. Era seduta comodamente, a gambe incrociate, sul divano e indossava un vestito estivo sottile, largo e abbastanza lungo per la sua età, ma che lasciava intuire i suoi fianchi pieni e molto appetitosi e i seni grandi e tondi.

– Sei arrivato? chiese, guardandomi sospettosa il gonfiore dei miei pantaloni che raggiungeva altezze allarmanti, ero troppo eccitato, forse anche a causa delle birre. Avevo aspettato da molto tempo per scoparla.
L’ho tirata verso di me e le ho infilato la lingua in bocca, abbracciandola forte e senza lasciarla andare. Totalmente colta di sorpresa, non ebbe il tempo di dire niente anche se aveva cominciato protestare e spingermi con le mani. Ero terribilmente eccitato. L’ho adagiata sul divano, arrampicandomi sopra di lei, tenendola ancora stretta ed esplorandole la bocca con la lingua. Grattava, gemeva, ansimava, lottava e si contorceva come un’antilope messa alle strette da un predatore più forte. Le afferrai le mascelle con una mano, costringendola a tenere la bocca aperta, e con l’altra le tenni le mani dietro la schiena. Era tutta rossa, lottava frustrata perché non riusciva a liberarsi dalla mia presa. L’ho girato a faccia in giù. Le tenevo i capelli con una mano e le infilavo l’altra sotto il vestito, allargandole le gambe. Le abbassai rapidamente i collant fino alle ginocchia e le strappai le mutandine. Le ho messo due dita nella figa e lei ha iniziato a gemere, a scaldarsi, a bagnarsi. Non ha più protestato affatto. Mi sono tolto i pantaloni, ho tirato fuori il cazzo e l’ho sollevata per i fianchi, mettendola a quattro zampe. Ho inserito il mio cazzo nella sua figa e ho spinto, forte, determinato. Ho iniziato a penetrarla in modo violento, affamato, animalesco, tenendole il culo con una mano, cercandole i seni e stringendoli con forza nell’altra mano. Mi piaceva fotterla in quel modo.

Il mio pene stava per esplodere. Aveva iniziato a piangere, probabilmente perché soffriva molto. Ho un cazzo grande di 22 cm e nello stesso tempo la scopavo in un modo selvaggio. Ho sentito il mio cazzo pulsare un paio di volte, tanto che poi il getto di sperma caldo è uscito, riempiendogli la figa allargata facendomi impazzire di piacere. Rimasi qualche secondo a riprendere fiato e me lo tolsi, sdraiandomi sul tappeto. Rimase lì, minuti interi, con me. Poi si alzò in ginocchio, poi in piedi, con difficoltà, e si tirò indietro silenziosamente le calze. Se n’è andata, dimenticandosi di prendere i soldi dell’affitto.